Già nel 2016 le più grandi aziende mondiali dichiaravano un utilizzo mensile per lavoratore di almeno 16 ore di contenuti multimediali, in pratica una media di 45 minuti al giorno. Un fenomeno già rilevante e in aumento continuo, con trend di crescita sempre maggiori. I video sono ormai utilizzati in tutti i settori aziendali, si pensi ad esempio al marketing, al supporto tecnico, o alla formazione interna ed esterna.

Molte delle infrastrutture a desktop virtuali, concepite ben prima di questa esplosione di contenuti multimediali e del repentino mutamento del Web, hanno subito questo cambiamento dovendo ricercare soluzioni per fare fronte all’elevato aumento di carico sui server (in termini di CPU, RAM e utilizzo di banda) richiesto dal massiccio utilizzo del video. Da un lato è stato richiesto il rafforzamento dell’infrastruttura, utilizzando CPU a frequenze più alte e aggiungendo GPU dedicate per l’encoding della sessione, dall’altra si è puntato a sfruttare le capacità di decoding del client utilizzando la Multimedia Redirection (che però vincolava all’utilizzo di Windows Media Player).

Questa seconda soluzione, tuttavia, è stata superata dall’ulteriore evoluzione del Web nel quale i video sono forniti direttamente in streaming in apposite pagine. L’avvento del nuovo standard web HTLM5 rafforza questa direzione e, inoltre, abilita a potenzialità di navigazione graficamente molto più accattivanti ma a loro volta più onerose dal punto di vista computazionale.

Per migliorare, quindi, la fruizione di contenuti multimediali in ambiente virtuale, Citrix Virtual Apps and Desktops ha rilasciato recentemente una nuova funzionalità chiamata Browser Content Redirection. Questa funzionalità permette di definire una lista di pagine web (White List) per cui il rendering può essere delegato dalla macchina virtuale al client, attraverso il Citrix Workspace App, un motore di rendering corrispondente istanziato lato client, il quale scarica il contenuto della pagina e lo mostra in sovrapposizione all’area visuale del browser. Questa operazione consente non solo di alleggerire di molto i server durante la visualizzazione di queste pagine, ma potenzialmente anche di ridurre la banda necessaria dentro il datacenter, quando il client è collegato direttamente ad internet o può avere accesso diretto alla pagina web indicata.

I miglioramenti sono ancor più evidenti nell’utilizzo di risorse virtuali Citrix in mobilità, con effetti positivi anche nell’esperienza di fruizione da parte dell’end-user. La funzionalità offerta da Citrix consente altresì di funzionare su base Black List (pagine da escludere) ed è comunque robusta ad eventuali problematiche lato client: se questo fallisce nel recuperare o visualizzare la pagina il suo rendering passa alla macchina virtuale.

Per configurare questa funzionalità Citrix ha scritto una guida dettagliata, lato client invece è una funzionalità abilitata di default. Vi riassumo i requisiti nella seguente tabella:

Client       Server       Macchine Virtuali Browser nella VM
Citrix Workspace app 1808 (for Windows o Linux) o successivi

Citrix Receiver for Windows 4.10 o successivi

Citrix Receiver for Linux 13.9 o successivi

Citrix Virtual Apps and Desktops 7 1808 e successivi

XenApp and XenDesktop 7.18, 7.17, 7.16 e successivi

Windows 10 (minimum version 1607), Windows Server 2012 R2, Windows Server 2016 Google Chrome v66 e successivi (richiede plugin specifico e Citrix Workspace App 1809)

Internet Explorer 11

 

Nei prodotti Praim è possibile utilizzare tale funzionalità a partire dalla versione di ThinOX (o ThinOX4PC) 10.4.1 a 32 bit oppure 11.0.2 a 64 bit, mentre su terminali Windows dalla versione 2.6.0 per Windows 10 IoT 2016 LTSB oppure 3.0.1 per Windows 10 IoT 2019 LTSC. È possibile utilizzare tale funzione anche su Raspberry, tuttavia ne sconsiglio l’utilizzo per via della scarsa disponibilità di RAM.

Working – Praim N9152 utilizzando Browser Content Redirection

 

No Working Praim N9152 non utilizzando Browser Content Redirection (disabilitata via policy)

Come potete vedere dai video, l’utilizzo di questa funzionalità permette un risparmio notevole di CPU lato server, con fruizione dei contenuti ottimale per l’utilizzatore.

Dopo alcune ore di utilizzo, ho però notato anche alcune caratteristiche importanti che vanno tenute in conto:

  • Sui contenuti multimediali “rediretti” l’audio remoto (il volume di sistema della macchina virtuale) non ha più effetto. È possibile regolare il volume del video solamente attraverso il configuratore locale oppure utilizzando il volume all’interno del video.
  • A seconda della risoluzione del video e della durata, il consumo di RAM lato endpoint aumenta rispetto a un utilizzo standard con infrastruttura Citrix.

Un’altra curiosità riguarda la localizzazione delle pagine visualizzate. Mi è capitato di effettuare i test abilitando alla redirezione il dominio YouTube collegandomi dall’Italia ad un server Citrix in United Kingdom. Utilizzando la Browser Content Redirection la pagina di YouTube viene localizzata in lingua italiana, mentre disabilitando tale funzionalità la pagina è in inglese. Questo perché YouTube, attraverso un codice interno alla pagina web, cerca di fornire un’esperienza personalizzata per ogni utente risalendo alla posizione geografica dello stesso attraverso l’indirizzo IP da cui proviene la richiesta. Abilitando la Browser Content Redirection la richiesta veniva effettuata dal mio client con IP “italiano”, mentre disabilitandola proviene dall’IP “inglese” del data center.